lunedì 17 maggio 2010

Aimée 10-5 Dante nuovo classico

DANTE NUOVO CLASSICO



immagine del Limbo / Inferno di Dante







Dante nuovo classico




La differenza allá fine del Medioevo (1300) fra lingua "D´OC", "Lingua d´OIL (OUI)", la lingua del sì, che è un´espressione coniata da Dante (una vera e propria invenzione). La poesia provenziale (d'OC) e quella d'OIL avevano un grande prestigio in Europa, per essere base di una nuova forma di poesia. La tradizione italiana è molto influenziata da queste due fonti, questo modello di lingua e poesia (e musica) per cui Dante – che aveva interesse e bisogno di affermare una sua indipendenza - elabora il concetto della lingua del "sì". Si crea così il mito d'origine della lingua italiana (e il mito secondo cui dante é “il padre” della lingua italiana).
La "nuova" lingua è, difatto, all´80% fiorentino (che a sua volta puó essere considerata una lingua oppure, posteriormente, un dialetto) e un 10 % di contribuiti da altre lingue italiane (lombardo,siciliano, genovese, veneto, ecc.), inoltre: un aggiunta (un altro 10 %? ) di neologismi e qualche scelta grammaticale e ortografica diversa.
Niccolò Machiavelli, due secoli dopo, accuserà Dante di essere un bugiardo perchè la lingua della Divina Commedia non sarebbe altro che dialetto (o lingua) fiorentino.
Possiamo considerare il problema da tre punti di vista: linguistico, culturale e ideologico.
Le lingue neolatine sorgono dall'uso orale del latino mesculato a sostrati (lingue prsenti sul territorio della penisola prima della colonizzazione latina).
Per Dante sono 14 le famiglie linguistiche italiane. Tutte usano l'avverbio affermativo "sì". Lui, si propone di "creare" una lingua "migliore", più elegante dell'insieme delle lingue parlate nella penisola. È paradossale che Dante denigra l'insieme delle lingue "italiane", le critica violentemente.
Un testo teorico di Dante è De vulgari eloquentia, scritto in latino per farsi capire dagli intelettuali europei. Molti sono gli esempi diversi da lui criticati aspramente. Solo due poeti si salvano: "Guinizzelli e il suo amico." E risulta paradossalmente che l´amico che si salva insieme a Guinizzelli è lo stesso Dante!”.
La Divina Commedia ha un autore: che è Dante; un narratore principale: che è anch´esso Dante e un personaggio: anche lui è un Dante. Così, nella Divina Commedia autore, narratore e protagonista coincidono e indicano che il testo è una confessione o una biografia.
Nel 4º canto del'inferno, Dante descrive il Limbo. È la che si trovano i grandi saggi dell´umanità, che sono del mondo classico, pagano. Sono cinque: Omero, Virgilio, Stazio, Ovídio e Lucano... I cinque personagi si rivolgono a Dante che comincia praticamente allora la sua camminata nell'Inferno e sorridono. E Dante scrive "così fui sesto fra cotanto senno".
C´è anche una differenza tra Ulisse di Dante e l´analogo personaggio della tradizione classica. Ulisse ha di fronte a sé due proibizioni: 1ª) preso da una mania del navigare, infrange il veto classico, di non superare le colonne d´ Ercole. 2ª) Per la tradizione cristiana, Ulisse (paradossalmente pagano) cerca il purgatorio (la montagna che unisce la terra al cielo), cioè qualcosa di eretico e proibito.


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