domenica 16 maggio 2010

Isabella 10-5 Dante: Canto di Ulisse








Ulisse/ Dante : il viaggio

Fundital Isabella Lopes Pederneira, 10-5








Il Canto di Ulisse (Inferno/ canto XXVI)





Il canto ventiseiesimo dell'Inferno di Dante Alighieri si svolge nell'ottava bolgia dell'ottavo cerchio, dove sono puniti i consiglieri di frode. Il Canto XXVI tratta degli orditori di frode, ossia condottieri e politici che non agirono con le armi e con il coraggio personale ma con l'acutezza spregiudicata dell'ingegno. La personalità di Dante è molto forte, perché difatto vuole inventare un mondo nuovo e lui lo realizza nella Divina Commedia. Il paradosso è che, in pieno mondo crisiano, l'autore descrive un viaggio sull'inferno da vivo (e poi nel Purgatorio e Paradiso). Il testo letterario è conchiuso, delimitato dalla materialità della scrittura (dall´inizio e fine del testo), ma a ogni interpretazione rimette in moto il suo “meccanismo energetico”, ossia, produce un sistema interpretativo virtualmente infinito. Dante ha scritto e definito una storia, ma le sue possibili interpretazioni sono molte, sono senza fine, perché dipendono dasi diversi contesti di lettura a cui sono sottomessi e dalle differenti personalità (e interessi e visioni) dei differenti lettori. Il Canto XXVI non è diverso da questo contesto.
Si tratta del canto di Ulisse, l'eroe della guerra di Tróia, ma um Ulisse diverso da quello Omero. Dante si appropria del mito di Ulisse, presente nella Odissea di Omero (lui stesso non ha letto e non aveva l´Odissea né sapeva il greco) e il suo. Il suo Ulisse assume la mania di viaggiare, che è tipica dell´Odissea, ma non accetta il ritorno. Il nostos, quel ritorno a casa, presso la sua reggia di Itaca, accanto a sua moglie Penelope, il padre Anchise il figlio Telemaco.

“...Quando mi diparti’da Circe, che sottrasse me più d’un anno la presso a Gaeta, prima che si Enëa la nomasse, ...”

In poche versi decide di rivolgere la maggior sfida al passato classico e alla chiesa cristiana. Porta una nave con pochi marinai in Atlantico alla ricerca della montagna di Porgatorio, sapendo che morirà per questo, ma proclama:

"Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtude e canoscenza".
fumetto su dante
Questo Ulisse non è più quello di Omero, sarà il modello dei navigatori transoceanici del Rinascimento, dell´epoca in cui l´Europa è partita alla conquista del mondo. È tanto importante che Amerigo Vespucci, quando scrive sul “nuovo continente”, cita questo verso di Dante. Nel testo ci sono anche molti valori simbolici forti, come il modello dell´ esplorare.

“ma misi me per l’alto mare aperto sol con un legno e con quella compagna picciola da qual non fui diserto.
L’un lito e l’altro vidi infin la Spagna, fin nel Marrocco, e l’isola d’i Sardi, e l’altre che quel mare intorno bagna...”

Attraverso Ulisse, Dante diventa la base ideológica della nuova epoca. Ulisse infrange due veti: quello classico, di non superare le colone di Ercole “ ...a quella voce stretta dov’ Ercule segnò li suoi riguardi...”. In secondo luogo, il veto era posto dall´idealogia cristiana, perché a nessun' umano è concesso di cercare il Purgatorio e il Paradiso. Dante mostra un Ulisse audace e temerario che sa che il suo gesto lo porterà alla morte. Un’altra caratteristica di questi due Ulissi è che il viaggio nell´Odissea di Omero nella antichità è circolare mentre il viaggio di Ulisse di Dante è lineare. Ulisse dell´Odissea vuole tornare alla sua Itaca, mentre l´Usisse di dante progetta un viaggio lineare verso il fuori, l´estremo radicale, l´ignoto, o anche un´utopia, un ideale, un progetto. L'Ulisse di Dante è visto paradossalmente nella Commedia come un traditore, perchè ha conquistato la città di Troia tramite un inganno. L´altro invece è il prototipo di un esploratore. Perché la condanna di Dante? É possibile (in qesto come in altri casi)( che la condanna non sia “logica”, ma risponda ai criteri “morali” dell´epoca, cioè regole e norme fisse della Chiesa o della società (il tradimento). Ma Dante si identifica con il suo Ulisse.

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