mercoledì 30 marzo 2011

Relazione Júlia Fundital 16/03/11

Si può analizzare la storia di un paese a partire da vari punti di vista: interpretare partire da eventi storici (le grandi date nella storia di un paese: l´indipendenza per il Brasile, l´Unificazione per l´Italia). Si possono considerare prevalentemente le vicende sociologiche: un paese multi cultucultturale (come il Brasile), un paese con una storia di sovrapposizioi di culture, come quella italiana. Si può leggere il paese a partir da fatti economici: che posto occupa un determionato paese nella gerarcgia mondiale, quale la sua tassa di svilupp.o, ecc. Nel caso, la palavra storia viene da Histor (in greco) = che vuol dire testimonio. Poiché Histor è quello che vede e anche quello che sa. Historein (greco) vuol dire cercare di sapere , informarsi. Historie = ricerca (Erodoto e Tucidide: ricerca).
Migrazioni indeuropee (1000 prima di Cristo)

L´italia al centro del Mediterraneo

Si può dire, però, che solo per l’Italia la storia linguistica ha un peso decisivo. Ci sono circa venti famiglie di dialetti (ma un numero molto maggiore di dialetti più specifici: il fiorentino che fa parte della famiglia toscana, ecc.) e quindici lingue straniere ancora parlate in Itallia (da gruppi naturalmente minoritari) . L’Italia (324 mila km quadrati) è poco più grande dello stato di San Paolo (circa 240 mila km quadrati). Immaginiamo quante differenze (parlate: dialetti, lingue) e anche una situazione di conflitto che si crea tra una parlata e l’altra. Si può dire che la differenza tra il dialetto friulano a quello siciliano è maggiore della differenza tra l’inglese e lo spagnolo! Come mai è nata questa situazione? In primo luogo, la penisola italiana è il centro del mediterraneo.




Possiamo identificare alcune date fondamentali:

1000 avanti Cristo l’invasione indoeuropea: gli indoeuropei rappresentano una comunità linguistica (non etnica o “razziale”) che copre un terriotorio molto vasto, dall’Europa a l’India ; nell’ano mille questa communità si è spostata dall’Asia in Europa.
Il 1300. È sorto Dante Alighieri che unifica la lingua italiana, in particolare con la sua teorizzazione del De vulgari eloquentia. , un testo scritto in latino, e che faceva un panorama dell´insieme delle “parlate” nella penisola. Dante identifica 14 parlate e le unifica chiamandole nel loro insieme “la lingua del sì”. Cioè, il contributo di Dante è di trè tipi : ha unificato le parlate italiane con la metafora della “lingua del sì”; ha scritto un´opera monumentale, dichiarando di avere utilizzato tutte le parlate (cioè le ha nuovamente unificate). Finalmente, ha criticato aspramente il fiorentino (parlata che lui usava) affermando che lui stesso scriveva in una lingua più colta e alta. Cioè, Dante ha creato il modello di italiano.

Il movimento fondamentale che accade nella penisola in quel periodo, è un movimento culturale. Ma coincide (o ne è espressione) di un enorme sviluppo del sistema economico, della produzione, dell´aumento demografico: tutto quello che caratterizza il sorgere del capitalismo. Le città italiane sono state le prime città a aderire a questo sistema (Genova, Firenze, Venezia, Roma e Napoli, Milano).



Nel 1500 i vari stati nazionali si costituivano: la Francia, La Spagna, l’Inghilterra, il Portogallo etc... La forza di questi nuovi stati era di molto superiore alle singole città capitaliste italiane, pur essendo queste molto forti. Questo spiega la grande catastrofe che si realizza nel 1494: la Francia invade l’Italia assoldando 20 mila mercenari e sbaraglia le difese delle città italiane. L´Italia diventa in parte una vera e propria provincia o “colonia”, dividendosi in due: al sud una vera e propria colonia (servitù della gleba o schiavitù) e al nord una semicolonia, dove vengono tollerati principi del capitalismo (la mezzadria, un principio protocapitalista).

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